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Lamborghini vien di notte

1963. In quell’anno accaddero eventi che cambiarono il corso della storia. JFK venne assassinato, il penitenziario di Alcatraz venne chiuso per sempre, uscì il primo numero della serie di fumetti di Spiderman, i Beatles pubblicarono il loro primo LP, venne eletto un nuovo papa, Martin Luther King tenne il suo celebre discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington, venne trasmesso il primo episodio della serie di “Doctor Who”, l’Uganda divenne repubblica ed il Kenya ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Ma, per gli appassionati di auto, quella data è ancora più memorabile. Rappresenta, di fatto, la genesi di una rivalità che segnò la storia dell’automobilismo mondiale. 

7 maggio 1963. Ferruccio Lamborghini fondò a Sant’Agata Bolognese l’omonima azienda che presto diverrà famosa in tutto il mondo, la Automobili Ferruccio Lamborghini S.p.A.. L’origine della decisione di produrre auto sportive oltre ai trattori marchiati con il suo nome, fu un’accesa discussione con niente popò di meno che Enzo Ferrari in persona.  Una lite che proiettò l’Italia nell’olimpo dei costruttori di supercars.

E nei sogni di tutti i fanatici.

Appena tre anni (e vari modelli prodotti) dopo, ecco la Miura. Nata dalla matita di Marcello Gandini, dal genio dell’allora ventinovenne Gian Paolo Dallara (che sviluppò il telaio in appena tre mesi!) e dalla mano della carrozzeria Bertone, la Miura, alimentata da un V12 da 350 CV, viene considerata la prima vera icona della casa del Toro.


Indimenticata, aggiungerei, nonostante il susseguirsi dei capolavori creati in appena mezzo secolo. Come non ricordare la Countach, la prima con motore posteriore-centrale posizionato longitudinalmente? Sempre dodici cilindri, sì, ma con potenze sempre più incredibili, come può testimoniare la Quattrovalvole da 455 CV e circa 315 km/h di velocità di punta.


Nel 1987 la Lamborghini fu ceduta alla Chrysler, gli stabilimenti vennero ampliati e nel 1990 vide la luce la Diablo, erede della Countach, che rimase in listino per ben 11 anni, fino alla conclusione della sua corsa, nel 2001, con la Diablo SE prodotta in una tiratura limitatissima di appena 40 esemplari.



Intanto, nel 1998, le quote della Lamborghini passarono all’Audi, avviando, di fatto, un nuovo corso che si aprì nel 2001 con il lancio della Murciélago. Missile terra-terra da ben 580 CV, nel 2006 venne aggiornata con una linea rinfrescata e motore ancora più potente, con 640 CV, per finire con i 670 del canto del cigno, la SuperVeloce.


Attualmente la Lamborghini ha in listino la Aventador, che promette di continuare a mantenere alto il nome di una casa che ha, sin dal primo istante, suscitato le fantasie di molti giovani e non. Gli appassionati continueranno a sognare quelle linee decise, quell’aspetto aggressivo e quelle potenze stratosferiche anche in futuro.



Simone Grilli

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